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martedì 23 dicembre 2008

Atapri- Biodiversità ed emissione responsabile di CO2


Nel rispetto del proprio motto "proteggiamo la biodiversità, fonte di vita", l'Associazione di piccoli produttori ATAPRI da sempre dirige i propri sforzi per il rimboschimento della regione, nella provincia di El Oro nel sud dell'Equador, nella quale coltivano la Musa sapientum originaria delle Filippine.
Normalmente le piantagioni di banane contano 1500-1700 piante/ ettaro e materiale genetico proveniente da nuove cultivar ottenute da meristemi rinforzati, clonati e resitenti a talune malattie, alla siccità e al ristagno.
ATAPRI, invece, ha come regola l'utilizzo di massimo 1000 piante/ ettaro, l'uso di materiale genetico proveniente solo da piante autoctone che si auto-propagano naturalmente e fenotipicamente considerate più resistenti e una coltivazione condotta seguendo i principi dell'agricoltura biologica. Questa filosofia di produzione permette ai soci produttori di ATAPRI di rinnovare completamente le piantagioni ogni 20 o 30 anni invece che ogni 7 anni come per le piantagioni più produttive generate da meristemi, ma la conduzione biologica unitamente alla caratteristica autoctonia necessariamente riducono la resa produttiva a circa 10-15 cartoni/ settimana per ettaro (nel convenzionale grazie all'uso di fertilizzanti e pesticidi di sintesi si raggiungono punte di 55-60 cartoni/ settimana per ettaro).
La bassa densità di banane per ettaro consente la coltivazione di arbusti di cacao della varietà "criolla" e di altre importanti specie di piante locali che dall'ultimo censimento, effettutato tra tutti i soci nel novembre 2008, risultano essere le seguenti:
- 450.000 piante di banane (nessuna delle quali proveniente da meristemi); - 350.000 arbusti di cacao; - 1.500 ettari di foresta tropicale autoctona vergine; - 800 ettari di specie locali rimpiantate secondo il piano di rimboschimento (20.000 piante di cedro tropicali, 10.000 di figueroa, 5.000 di guachapeli, 10.000 di samon e 10.000 arbusti di frutta tropicale quali mango, papaia, mini-banano "orito", ecc.). Per l'anno 2009 è già in programma l'impianto di 20.000 nuove piante di pachacos e 5.000 piante di canna di bambù 'fistula'.
L'evidente "rinuncia" ad un'agricoltura intensiva porta i soci a beneficiare di un favorevole ed unico ecosistema la cui armonia si riflette in un prodotto più sano e meno vulnerabile agli attachi dei agenti patogeni del banano (principalmente la sigatoka nera).
L'abbondanza di fogliame a diverse quote (cioè gli arbusti di cacao al riparo delle foglie di banano e molto più in alto le specie da legno ed i grossi alberi da frutto tra cui mango e papaia), inoltre, permette di risparmiare e catturare 0,95g equivalenti di CO2 per ogni banana prodotta dai soci ATAPRI. Secondo un programma di calcolo ed studio sulla CO2 iniziato nell'ottobre 2008 per poter valutare emissione e cattura di CO2 derivante dalla produzione agricola delle banane dei soci dell'associazione, la CO2 emessa e derivante dai trasporti marittimi e terrestri, dall'imbalaggio, dalla maturazione ed altre operazioni necessarie per portare la banana al consumatore finale è pari a 0,7 g per banana. Pertanto il bilancio tra CO2 catturata e CO2 emessa calcolato per banana è positivamente a favore della produzione delle banane dell'associazione ATAPRI!!!
Siamo quantomai orgogliosi di sostenere questo progetto di banane biologiche Fair Trade dell'associazione ATAPRI e di contribuire alla lotta contro l'effetto serra responsabile dei cambiamenti climatici, riducendo l'emissione di CO2 ed il riscaldamento globale!


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